La secca delle cernie e la secca Washingthon di Daniele Camisa
Durata : 8,00’’
Compressione: WMV9
Località: Mar Mediterraneo
Anno realizzazione: 2005
Note sulle due immersioni e dintorni.
L’immersione è stata effettuata partendo da Palau, dove ha la base un diving condotto da marito e moglie. Due personaggi che 20 anni fa hanno dato un calcio alla vita di città per aprire appunto questo diving, chiamato Nautilus. Dispongono di una barca funzionale alle immersioni, spaziosa e perfettamente idonea ad accogliere subacquei. Cosa di non poco conto se si pensa che la zona è “battuta” da molti altri diving, ma molti dotati solo di gommoni: per chi come il sottoscritto ha tutta l’attrezzatura video, non è proprio il massimo tenersela in grembo per tutto il tragitto…. In una mattina si riesce a vedere sia la secca delle cernie (Lavezzi- Corsica) sia la secca Washington. La prima immersione è ormai un “must” per chi visita l’arcipelago della Maddalena: si possono visitare (ma si badi bene, non toccare e men che meno cibare) queste cernione che vengono fino a pochi centimetri dalla maschera. Il fondale è piatto e non ha particolari attrattive: è vero però che 30-40 minuti filano via come il vento e anche se ci fosse il ben di Dio da vedere questo non sarebbe concesso per via della scorta d’aria-insufficiente.Tutta l’immersione si svolge ad una profondità di circa 30 metri. La visibilità è buona ma la presenza di molti sub in agosto crea qualche problema. Immergendoci qua opteremo ovviamente per riprese con il grandangolare. Data la dimensione delle bestie l’ideale sarebbe disporre di 4 fari per illuminarle tutte in modo uniforme, non come ho fatto io che con due teste soltanto ho rischiarato solo le loro pance ... Pazienza. La seconda immersione sulla Washington è a pochi minuti (circa 20). Nel trasferimento c’è il tempo per cambiare l’accumulatore della videocamera e per collegare le lampade ad un nuovo pacco batteria. Su questa secca ci potremo sbizzarrire a ritrarre bei rami di gorgonia che, per quanto non particolarmente grandi, sono disposti in modo piuttosto scenografico, tra grandi spaccature e canaloni davvero unici. La trasparenza dell’acqua è buona ma non come mi sarei aspettato. (la visibilità dell’acqua di Linosa è ancora un traguardo da raggiungere per quello che è la mia esperienza).
L’incontro con branchi di barracuda è molto frequente (passano a distanza non proprio ravvicinata, quindi bloccare la messa a fuoco nella videocamera per evitare quello che è successo a me che non posso disinserire l’automatismo) e pure quello con l’aquila di mare. Nel complesso un’immersione che non lascerà certo delusi. La profondità sulla Washington è di circa 32 metri massimo, quindi occhio al tempo perché siamo già usciti sicuramente al limite dall’immersione della secca delle cernie.
Per la cronaca, recarsi a Lavezzi (non la Washington che è in territorio italiano) è possibile soltanto con diving come il Nautilus che hanno tutti i permessi in quanto si è in territorio francese. Non ci si può ancorare per non rovinare il fondale: c’è all’uopo una boa sommersa a 3 metri di profondità alla quale ormeggiarsi dopo una piccola apnea. E non c’è da prendere il tutto alla leggera: i rangers francesi sono lì spesso a controllare !!! Triste è invece il discorso per chi come me fa immersione in solitario, cioè in binomio con mio figlio senza appoggiarsi ai diving: per la barca si devono pagare € 60 e per ogni sub € 50: questo per ottenere il “visto” di ingresso nel parco della Maddalena. A me però è sembrato più una tassa che altro, perché non ho visto né controlli, ne esiste una distribuzione di materiale didattico/illustrativo su come comportarsi nel parco e oltretutto avere i visti non è così semplice. Mah ..... In ultimo: se decidete di contattare il Diving Nautilus non spaventatevi dell’italiano con il quale vi risponderanno: sapranno, come essi stessi sostengono, ben 4 lingue, ma riguardo all’italiano c’è da farsi delle risate da mal di testa.
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